martedì 23 marzo 2010

Un ultimo interrogativo ad Errani

di Galeazzo Bignami

Mancano pochi giorni alle elezioni regionali. Un appuntamento sulla cui importanza è a questo punto inutile insistere. La vittoria del centro destra, dopo il lungo potere delle sinistre, costituirebbe una fondamentale opportunità di rilancio del nostro territorio, segnando un cambio di passo e soprattutto di classe politica, da troppo tempo bloccata nella gestione dell'attuale sistema di potere e delle sue degenerazioni, di cui è testimonianza la vicenda Delbono.
Una vicenda su cui Errani ha mancato di dare risposte chiare e di prendere una posizione netta, per ragioni che ci sono sconosciute, ma che a questo punto impongono da parte nostra un'ultima riflessione.
Non applicheremo infatti nei confronti di Errani quel diabolico principio che Di Pietro ha applicato nei confronti di Berlusconi, in ragione del quale, pur mancando prove certe sulla sua colpevolezza, egli era comunque colpevole perchè "non poteva non sapere". Questa impostazione è l'anticamera del giustizialismo più becero e lo lasciamo al leader dell'Italia dei Valori.
La nostra riflessione è un'altra. Delle due, l'una: o Vasco Errani sapeva ciò che faceva Flavio Delbono, o Vasco Errani non sapeva.
Se Vasco Errani, numero uno della Regione, sapeva ciò che faceva Delbono, numero due della Regione, sarebbe penalmente rilevante e sarebbe altresì bene che Errani andasse in Procura a riferire tutto ciò che sa; e magari che la Procura aprisse un fascicolo e un'indagine anche su di lui.
Ma se Vasco Errani non sapeva, sarebbe politicamente peggio. Perchè se il numero uno non sa cosa fa il suo numero due, ci chiediamo con che autorevolezza e con quale credibilità egli può pensare di governare 4 milioni e mezzo di persone quando non è in grado di controllare cosa fa il suo braccio destro.
Questo vale sia per i viaggi dell'ex vicepresidente della Regione; ma vale anche per quelle situazioni che mettono in dubbio la qualità della nostra amministrazione regionale come la realizzazione della Terza Torre del Quartiere fieristico bolognese, il cui costo finale supererà i 100 milioni di euro, contro i 20 inizialmente preventivati. O i 300 milioni che, a ben pensare, costerà infine l'Ospedale di Cona nel ferrarese, la cui costruzione è diventata l'esempio dello spreco di soldi pubblici regionali. O ancora i 50 milioni di buco dell'ASL di Forlì, recentemente scoperti da indagini dell'autorità giudiziaria.
Tutti fatti su cui Delbono, Assessore al Bilancio, doveva svolgere una funzione di controllo che evidentemente è mancata. E di cui deve rendere anche chi Delbono ha voluto e nominato, ovvero Vasco Errani, che era anche il Presidente della Regione e a cui a questo punto va il nostro ultimo interrogativo: sapeva o non sapeva?

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