lunedì 4 maggio 2009

Una città nella città: Il Pilastro.

Spesso mi sono posto una domanda: ma il Pilastro è San Donato?
La risposta sarebbe palese se la domanda fosse un’ingenua curiosità, ma non lo è, e la curiosità è scoprire quanto dei problemi che affliggono il ben noto complesso edilizio, sono gli stessi del quartiere dove opero ormai da tempo.
In verità già la collocazione del ben noto “Virgolone”, al di là della tangenziale, lo estrania dal contesto cittadino bolognese, scelta fatta con il progetto architettonico originale che lo voleva indipendente dal resto della città, e difatti c’è una chiesa, scuole, uno dei primi centri commerciali bolognesi con l’effetto di una “città nella città”. Adesso noi lo vediamo come un fallimento architettonico mondiale, ma di certo in questi 40 anni, da quando cioè fu terminato l’intero progetto, non è stato fatto molto per cambiare le cose e ridurre l’isolamento.
Il tema del degrado e del rinnovamento strutturale sono temi centrali, combattere il primo e investire nel secondo per molti anni è significato solo popolare gli appartamenti, poiché dove ci sono molte persone c’è sviluppo economico, e con il tempo la sensazione di abbandono ed isolamento prima o poi svanisce.
Di questo quanto stato? In questi due anni di banchetti in via Pirandello le persone con cui si scambia due chiacchiere più volte ci parlano di quanto è peggiorato la questione sicurezza: zingari ed extracomunitari, alcuni addirittura irregolari, spopolano un po’ ovunque. Li si trova nel giardino vicino al chiosco dei gelati in via Pirandello dove hanno costruito una baracca, e sono in tutte le roulette o camper che a decine gironzolano per le strade. E quando si fermano lì al supermercato infastidiscono pure no. Oppure, meglio ancora, sono in appartamenti “regalati” dal quartiere. Ma il quartiere cosa fa? Progetta box per cavalli dal costo improponibile oppure concede a non si sa bene chi un locale all’interno del centro commerciale, senza nemmeno chiedere affitto o controllare le attività che vi si svolgono. Probabilmente lo spazio ricreativo è l’ideale per fumare e bere, e lì l’unico fastidio è il rumore delle macchine che gonfiano i giochi per bambini lì davanti, tanto da chiedere al gestore di spegnerle.
Ma in fondo, viene da dirsi che questi problemi li vediamo solo noi; perché noi siamo i soliti arroganti politici di destra che si lamentano di tutto e fanno apparire il degrado e l’insicurezza ovunque. La realtà è che dovremmo chiederci come ha fatto una signora poco tempo fa: “Ma questo degrado dov’è?”

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