mercoledì 15 aprile 2009

Con Cazzola. Per far vincere Bologna.

La scelta del Popolo delle Libertà di sostenere la candidatura di Alfredo Cazzola tiene evidentemente conto degli spiccati elementi di civicità che questa reca in sé. Una civicità che tuttavia si contraddistingue dalle precedenti esperienze per la forte determinazione che Cazzola sta dimostrando sia in fase di elaborazione del programma, sia di valutazione delle precedenti esperienze amministrative.

Se l'esperienza civica guazzalochiana era ed è caratterizzata dal verbo "continuare", magari recuperando i pochi elementi di qualità delle precedenti amministrazioni PCI-PDS-DS-PD, Cazzola pare capace di interpretare con maggior vigore quella volontà di rinnovamento e di cambiamento che il Popolo delle Libertà da tempo persegue.
Un rinnovamento divenuto indispensabile dopo i cinque anni appena trascorsi che hanno condotto Bologna ad un punto che non esito a definire di "non ritorno". Il candidato in incognito del PD Flavio Del Bono non intende in alcuna maniera condannare la malagestione di Cofferati e compagni, di cui anzi rivendica fieramente il ruolo di continuatore: d'altronde, a ben pensare, anche se cercasse di presentarsi come un elemento di novità, risulterebbe davvero difficile risultare convincenti. Già assessore al Bilancio con Vitali, è stato arruolato nella Giunta Regionale di Errani sempre come uomo del Bilancio, caratterizzando la propria azione non certo per la sua capacità di ridurre tasse, costi e sprechi. Anzi, si può affermare che ha interpretato il suo ruolo di Assessore alle Finanze con la stessa logica che ispirò in passato Visco e Prodi a livello nazionale: spremere e spendere.
Dare fiducia a Del Bono significherebbe quindi compromettere definitivamente il futuro di Bologna, la quale, come si diceva, dopo cinque anni di cura Cofferati, non può più permettersi il lusso di sbagliare. Il lustro appena trascorso ha rappresentato un dissipamento delle risorse sociali, economiche e produttive che, in mezzo secolo, si erano faticosamente raggranellate. Oggi è necessario tornare a mettere del "fieno in cascina", rimboccandosi le maniche per rilanciare Bologna. Rilanciare, non continuare. Gli altri candidati presenti non paiono infatti intenzionati a denunciare il patto consociativo su cui si è retta la vita amministrativa di Bologna dal dopo guerra ad oggi. Un patto consociativo che venne decenni addietro siglato da PCI e DC e che oggi trova i suoi aventi causa nei nipotini del PD e dell'UDC. Non deve quindi stupire che l'UDC non abbia ancora detto nulla di significativo in ordine alla scelta che opererebbe in caso di ballottaggio tra Cazzola-Del Bono.
Il che spiega pure perché sia divenuto inevitabile l'appoggio del PdL al civico Cazzola. All'obiezione di chi, anche in queste settimane, osserva che il centro destra si presenta diviso in queste elezioni, è doveroso rispondere ricordando come l'UDC a livello nazionale si trovi all'opposizione del Governo Berlusconi e come, in diverse realtà locali, abbia presentato candidati antagonisti al PdL: si pensi a Roma, dove l'UdC sostenne il suo uomo Ciocchetti, rimanendo equidistante poi nel ballottaggio Rutelli/Alemanno; o in Abruzzo, dove ha schierato tal De Laurentiis, sperando inutilmente di fare perdere il PdL; o ancora in Trentino dove l'UdC non ha esitato ad allearsi con Verdi, Di Pietro e PD per sostenere Lorenzo Dellai. Insomma, l'UdC non è centro destra. E' centro e basta. Per questo la scelta di schierare Guazzaloca è scelta legittima, che tuttavia non può essere imputata al PdL il quale non ha colpe se si è andati "divisi".
D'altronde, anche sul piano dei contenuti diventa difficile per il PdL concordare con UdC e PD, forze che paiono essere in assoluta sintonia sia su temi come la sicurezza, che non viene considerata da essi come una priorità, tanto da arrivare a sconfessare il ruolo della Polizia Municipale come strumento di contrasto della criminalità; come su altri temi-simbolo quale, a titolo di esempio, il Rave Party, che ha ricevuto il via libera di Guazzaloca e certamente nessun divieto da Del Bono.
In questo contesto Alfredo Cazzola rappresenta l'unico elemento di novità e l'unico uomo che abbia puntato tutto sui programmi: immaginare e costruire la Bologna del futuro; rivedere il piano delle infrastrutture; puntare sul rilancio economico attingendo e valorizzando le risorse già presenti (Fiera e Università in primis); contrastare con forza i problemi di degrado e di criminalità impegnando direttamente la Polizia Municipale. Sono solo alcuni dei punti del programma di Alfredo Cazzola. Che tuttavia risaltano, tenendo anche conto del silenzio degli altri candidati.
Elementi di programma che vedono il PdL concorde e unito nel sostenere questi progetti, affermando la piena disponibilità a dare realizzazione agli stessi.
Per farlo, tuttavia, è necessario centrare un risultato che pare essere nell'aria, ma che ancora va colto. Ovvero sconfiggere il PD di Cofferati e Del Bono e regalare a Bologna una primavera di speranza. Per fare questo serve l'impegno di tutti noi, attivandosi personalmente con amici, parenti, conoscenti; sfruttando la dimensione da "paesone" che Bologna ancora ha; trasmettendo l'entusiasmo che la candidatura di Alfredo Cazzola suscita non solo e non tanto sul piano delle emozioni, quanto sul piano delle idee e delle cose concrete da fare.
Un appoggio ed un impegno che, se tradotto da tutti noi in fatti concreti, porterà certamente alla vittoria di Bologna e alla conseguente sconfitta del PD.

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